La luce del sole può contrastare la sindrome metabolica

Un nuovo studio sui topi permette di concludere che le proteine sensibili alla luce sulle cellule adipose possono rilevare la luce del sole, e che troppa poca luce naturale può alterare il comportamento delle cellule di grasso e può aumentare il rischio di sindrome metabolica.

Insomma, la luce del sole può influenzare il metabolismo dei grassi. Ma come si è arrivati a questa interessante scoperta?

Nel corso dell’evoluzione della vita sulla Terra, molto è cambiato. Una costante notevole, tuttavia, è la luce del nostro Sole. E poiché la vita in tutte le sue forme si è evoluta sotto il bagliore della nostra stella più vicina, è lecito pensare che gli animali si sono evoluti per utilizzarne le emissioni. La cosa più ovvia è che gli occhi contengono dei fotorecettori che rilevano la luce e ne condividono le informazioni con il cervello, che poi genera un’immagine dell’ambiente circostante ma… non solo.

Un nuovo studio che ora appare sulla rivista Cell Reports descrive infatti un nuovo modo in cui la luce del sole può influenzare la vita dei mammiferi, affermando che gli animali possono rilevare la luce utilizzando proteine chiamate opsine. Due delle più note nell’uomo sono la melanopsina e la neuropsina, che si esprimono in alcune cellule della retina.

In altri animali, i composti che rilevano la luce sono presenti al di fuori del sistema visivo. Ad esempio, le rane possono rilevare la luce attraverso le cellule della loro pelle chiamate cromatofori.

Insomma, se fino a poco tempo fa, gli scienziati credevano che i mammiferi rilevassero la luce solo attraverso gli occhi, oggi le cose sono molto diverse.

Per esempio, uno studio del 2019 ha scoperto che la neuropsina nella pelle dei ratti può rilevare la luce e aiutarli a mantenere i loro ritmi circadiani. E ora, per la prima volta, un nuovo studio ha indagato se alcune proteine sulle cellule adipose che si trovano sotto la pelle potrebbero rilevare la luce.

Lo studio ha anche dimostrato che l’OPN3 è presente anche nelle cellule di grasso sia umane che di topo, o adipociti. Inoltre, cosa importante, hanno dimostrato che la luce può viaggiare abbastanza in profondità attraverso la pelle di un ratto per innescare OPN3 negli adipociti.

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