Coltivare cannabis per scopi personali è sempre reato, e non si può dunque equiparare tale comportamento a una mera violazione di natura amministrativa. A sostenerlo è la Corte Costituzionale, che con la sentenza n. 109 del 2016, depositata lo scorso 20 maggio, non ha accolto la prospettazione di incostituzionalità che era stata sollevata in relazione al principio di uguaglianza.
Il problema terminato sulle scrivanie della Corte Costituzionale è sorto in un processo a carico di una persona che era stata condannata per aver coltivato nel garage della propria abitazione otto piante di canapa indiana, due delle quali in stato di maturazione.